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"Le mie colonie"..., ...negli anni '50: ricordi di ZioDino e di Rosaria

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ZioDino
view post Posted on 2/9/2007, 21:24 by: ZioDino




Grazie Sara, grazie Gioc!
Sapete, questa è la prima volta che partecipo ad un forum e la sensazione che da dialogare su un argomento di comune interesse è davvero molto bella. Non vi conosco e forse non vi conoscerò mai, ma mi sembra di riconoscervi fra i miei compagni di colonia anche se abbiamo età tanto diverse.
La prima volta che sono andato in colonia era il mese di luglio del 1958 e soltanto l' 8 di giugno era morta la mia mamma all'età di 44 anni lasciando 7 figli, come si dice, in tenera età. Insieme alla mia sorellina Carmela, morta nel 2003 e a cui dedico questi miei ricordi, andai a Monteluco di Spoleto. Ricordo che quello fu il primo anno in cui si tenne il Festival dei due Mondi e fuori della stazione di Spoleto c'erano delle sculture moderne approntate per l'occasione. Il viaggio in treno da Bari era stato meraviglioso: la locomotiva era a vapore e ci si fermava in tutte le stazioni, anche le più piccole. Viaggiavamo di notte e per l'eccitazione non avevo chiuso occhio; potrei recitarvi i nomi di tutti i paesi e le città che attraversammo: Cupra Marittima, Alba Adriatica, Campello sul Clitunno....Tutti nomi che non avevo mai sentito. Viaggiavo con il naso letteralmente incollato al finestrino e scoprii per la prima volta che il rumore delle ruote sulle rotaie aveva un ritmo che si adattava a qualsiasi canzone mi venisse in mente! Scoprii anche che esisteva un alimento chiamato prosciutto e che si trovava esclusivamente nei "panini imbottiti" che si vendevano nelle stazioni e scoprìì anche che esisteva una specie di acqua chiamata "minerale" che era effervescente come la purghetta che mi dava qualche volta mia madre, ma molto più buona. Ci accompagnavano due genitori che a loro volta consideravano quell'incombenza come una specie di viaggio premio: Madonna, quanto eravamo poveri! Anche mio padre ci ha accompagnati più di una volta ed era per lui l'occasione di poter salutare fugacemente un suo caro Zio che viveva a Foligno e che si faceva trovare sul marciapiede della stazione. Mio padre scendeva velocemente quando il treno si fermava e dopo aver baciato lo zio Vincenzino sulle guance due volte per parte gli lasciava una cassetta contenente della frutta di stagione della nostra terra che era poi quella di origine di suo zio.
Arrivati alla stazione trovammo ad attenderci un autobus di quelli antichi, di colore azzurro, che ci portò a Monteluco inerpicandosi a fatica lungo i nove chilometri che la separano da Spoleto.
L'eccitazione che provavo è indescrivibile: non avevo mai visto le montagne prima di allora e il profumo della vegetazione mi è rimasto indelebilmente fisso nella mente.
La colonia della Olivetti era ospitata provvisoriamente nell' Albergo Paradiso che era una costruzione a metà fra stile Liberty e stile coloniale ed era di un lusso veramente inusitato per dei bambini che non avevano mai visto niente di simile nella loro pur breve vita.
Venimmo accolti dal direttore, Benito Curzio, e dalle "vigilatrici" che ci portarono subito nel guardaroba dove lasciammo il nostro sacchetto di tela bianca contenente la nostra biancheria intima (il mio numero di matricola cucito su tutti i capi era 1991)
Venimmo rivestiti con le divise della colonia consistenti in un paio di pantaloncini corti di velluto grigio a coste, una camicetta di colore rosso o blu, un maglioncino di lana blu a costine, un cappellino bianco e un paio di scarponcini da montagna color testa di moro: che sciccheria!
Successivamente venimmo portati in infermeria dove il dott. Antonini ci visitò brevemente e ci pesò, operazione che poi avremmo ripetuto alla fine del periodo di soggiorno per documentare alle nostre famiglie l'avvenuto "ingrassamento" dovuto all'alimentazione da loro somministrataci.
Cari ragazzi, allora ci si preoccupava di come farci ingrassare, oggi ci si preoccupa del contrario!
Bene, per stasera basta così. Ci rivediamo domani:

Intorno al nostro fuoco scende la notte nera, la fiamma a poco a poco si spegne nella sera. A domani, buonasera.

Vi saluto con un'altra canzoncina "coloniale".
Zio Dino
 
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104 replies since 2/9/2007, 12:38   6311 views
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