ZioDino |
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| Nei primissimi anni 60 nella colonia di Monteluco avemmo un cuoco napoletano che, dietro le insistenze dei bambini di Napoli, una sera ci preparò la pizza: era alta e soffice e credo di non aver mai mangiato una pizza altrettanto buona in tutta la mia vita. Vuoi vedere che era lo stesso cuoco di cui parla Giuseppe? Ricordo che lo chiamammo in sala e gli tributammo una grandiosa standing ovation!
Caro Giuseppe, l'idea di fare la tesi di laurea sulla Olivetti e sull'attenzione che l'Azienda poneva al benessere dei propri dipendenti mi sembra davvero ottima. Mi ha colpito molto la citazione dell'identificazione della OLIVETTI con tuo padre: sai, succedeva così anche per me. Ricordo che mio padre buonanima quando pronunciava il nome della Olivetti lo faceva con un misto di deferenza, gratitudine, orgoglio e fierezza, sentimenti che mai vennero meno neanche quando, in seguito alla prima feroce ristrutturazione dovuta all'avvento degli elaboratori elettronici, si ritrovò nella lista dei primi dipendenti licenziati! La Olivetti era mio padre e mio padre era la Olivetti.... Quando a scuola la maestra mi chiedeva cosa facesse mio padre io rispondevo impettito: è impiegato alla Olivetti! e ricordo che la maestra faceva un gesto con la testa che voleva dire: alla faccia del c.....! Eravamo invidiati da tutti!
Un'altra cosa che mi colpisce molto è l'amore ed il rimpianto da cui voi "giovani" siete pervasi quando ricordate la colonia. Io credevo che la colonia avesse avuto certi significati per me che vivevo in un epoca in cui un certo tipo di coccolamenti erano identificabili con quella che è l'iconografia classica del Paradiso, mentre mi accorgo con piacevole sorpresa che anche voi ne avete un ricordo direi quasi sacro. Incredibile! Ciao Giuseppe, ciao a tutti da Zio Dino.
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