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"Le mie colonie"..., ...negli anni '50: ricordi di ZioDino e di Rosaria

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ZioDino
view post Posted on 3/9/2007, 20:49 by: ZioDino




Ciao Jeppox, grazie per il tuo commento!
Riprendiamo con il racconto della mia prima colonia a Monteluco di Spoleto:

Il direttore aveva in dotazione una Fiat 600 Multipla che gli serviva per tutte le incombenze. Anche io adesso ho una Nuova Multipla e nella decisione di acquistarla ha giocato molto il ricordo di quella Multipla targata Torino. C'era anche il guardiano che si chiamava Franco, la cui moglie Rita faceva la cuoca, che aveva una motocicletta rossa con la quale si recava spesso a Spoleto. La cosa che mi impressionava molto era che il tragitto da Monteluco a Spoleto veniva percorso da tutti i veicoli a motore spento e in folle perchè, tanto, era tutto in discesa! Oggi con tutti i servomeccanismi presenti sulle auto quella cosa sarebbe impossibile.
Monteluco era un piccolissimo villaggio a 810 metri di altitudine e oltre a qualche casetta sparsa c'erano 3 alberghi: il Paradiso, che come dicevo ospitava provvisoriamente la colonia, il Michelangelo e il Ferretti.
Sul punto più alto c'era e c'è la chiesa convento di S. Antonio che ospita il corpo imbalsamato di S. Leopoldo posto in una teca di vetro. In quella chiesa venivamo accompagnati ogni domenica per assistere alla Messa.
Fuori dalla chiesa c'era una bancarella che vendeva ricordini in ceramica e centinaia di altri oggettini ricordo.
Noi bimbi arrivavamo in colonia con una piccola dotazione in denaro che di solito oscillava fra le 500 e le 1000 lire che veniva affidata alla propria vigilatrice e che veniva spesa per acquistare i ricordini da riportare a casa . Di fronte alla chiesa c'era l'ingresso del Bosco Sacro, sacro agli dei pagani, che era la meta preferita delle nostre passeggiate quotidiane: attraverso il bosco si raggiungeva un magnifico belvedere dal quale si godeva la vista di tutta la valle spoletana e su di una parete vi era riportata una frase di S. Francesco d'Assisi: "Nihil vidi jucundius valle mea spoletana". Aveva ragione!
In quel primo anno di colonia ebbi modo anche di innamorarmi perdutamente di una bimba che si chiamava Rosanna ed era anche lei di Bari, ma non avevo avuto il coraggio di dirglielo: gliel'ho detto quasi cinquant'anni dopo incontrandola in un ipermercato!
La prima esperienza coloniale fu talmente positiva che da allora gli autunni, gli inverni e le primavere erano vissuti nell'attesa dell'estate che mi avrebbe riportato in colonia.
Non vi sembri esagerato: la vita allora era davvero molto difficile e il soggiorno nella colonia Olivetti rappresentava una parentesi paradisiaca al punto da richiedere ogni anno di trascorrervi 2 turni.
L'anno successivo la colonia si trasferì nella sede di una vecchia caserma trasformata prima in Colonia del Popolo e, quindi, ristrutturata e riadattata, fu rilevata dalla OLivetti. Per me era bellissima! Aveva delle grandi e ariose camerate con i letti a castello, due sale refettorio, un salone per i giochi nei giorni di pioggia, una frande infermeria e, meraviglia delle meraviglie, una casetta delle bambole in miniatura ma in muratura con tanto di porta e di finestre con le persiane in cui ho giocato e fantasticato innumerevoli volte.
Scusate, ma una delle mie figlie gemelle mi chiede di chiudere questo PC per poter accedere in Internet con il suo. Continuerò domani sperando di non annoiarvi.
Buonanotte a tutti voi nipotini.
Zio Dino.
 
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104 replies since 2/9/2007, 12:38   6311 views
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