Buonasera ragazzi, bentrovati!
Ho avuto un po' di cose da fare ma ora sono qui per continuare il racconto della mia esperienza nella colonia di Brusson nel 1963:
Come dicevo, la struttura era esageratamente bella, nuova di zecca. Pare che fosse costata un miliardo di lire di quei tempi (quando un appartamento di cinque stanze a Bari costava anche meno di cinque milioni) e vi dico che li valeva tutti!
L'arredamento era stupendo, dai tavoli alle sedie, dagli armadi ai bagni, dalle cucine avveniristiche alle camerate con i letti che avevano i materassi di gommapiuma Pirelli il cui odore mi è rimasto nelle narici per quanto sapeva di buono. Specialmente per me che a casa dormivo su di un materasso di crine vegetale duro come le pietre!
La mia vigilatrice, quella che voi chiamate monitrice, si chiamava Elsa Truffo ed era di Signayes vicino ad Aosta: mi voleva molto bene, anzi devo dire che tutto il personale mi coccolava molto forse perchè ero un bimbo molto educato e sensibile ed anche perchè sapevano che avevo perso la mamma.
Probabilmente, per questo fatto, avevo un problema che mi affliggeva molto: l'enuresi notturna. Ma lungi dal farmi pesare quella cosa, la vigilatrice notturna aveva avuto la disposizione di svegliarmi a mezza nottata per accompagnarmi in bagno a fare la pipì e lo faceva con estrema dolcezza. Mi ricordo che una notte quando mi svegliò le chiesi come si chiamassero gli abitanti di Brusson di cui lei faceva parte e lei, dopo avermi guardato un po' stralunata
per quella domanda fattale nel cuore della notte, mi rispose che si chiamavano BRUSSONET!!
Nel corso di quella estate, sotto la guida competente del direttore Uberto Massone, costruimmo un bellissimo e grande ponte di corde sospeso su di un avvallamento che separava il villaggio indiano da un boschetto. Qualcuno può dirmi se c'era ancora negli anni 80/90?
Ricordo le bellissime passeggiate che ogni giorno facevamo nei dintorni della colonia: mi piaceva moltissimo andare alle miniere di oro perchè si trovavano dei bellissimi pezzi di cristallo di rocca e di pirite aurea che per anni ho custodito gelosamente e che poi ho perso nel corso di qualche trasloco.
Una volta siamo andati in gita alle Cime Bianche, una località posta ad oltre 2000 metri di quota da cui si godeva una vista meravigliosa del Cervino, del Plateau Rosa, del Monte Rosa e di Cervinia-Breuil con il suo Lago Blu: una cosa davvero indimenticabile! Il percorso per arrivarci era durissimo, c'erano larghissime chiazze di neve ghiacciata e tratti molto scoscesi da superare. Pensate che io fui l'unico meridionale ammesso a partecipare a quella gita e il direttore mi indicava agli altri con orgoglio e meraviglia: "Guardate, un bambino di Bari che si arrampica sui monti come un alpino consumato!".
Durante la marcia a cui partecipavano anche i ragazzi più grandi del campeggio di Saint Jacques si cantavano dei bellissimi canti degli alpini sia in italiano che in francese: ho pianto di commozione e ancora oggi, quando sento i cori alpini non posso trattenere le lacrime.
Cari amici, il soggiorno a Brusson fu un'esperienza davvero esaltante che ha lasciato in me un ricordo struggente e indelebile. Non so cosa pagherei per poterla ripetere, per risentire le voci di tutti i miei compagni di tutta l'Italia: Pozzuoli, Ivrea, Massa, Catania, Milano.....
Per poter rivedere i luoghi, per risentire i profumi e i sapori.....forse per ritornare bambino ed avere ancora una vita davanti a me!
Grazie per avermi dato l'occasione per parlare delle mie, anzi, delle nostre colonie e sarò davvero onorato di rispondere a qualsiasi vostra curiosità inerente l'argomento.
Verrò a leggervi tutti i giorni perchè siete dei bravi ragazzi e di questo sono certo: solo dei ragazzi con sani principi coltivano con il vostro entusiasmo i ricordi della loro infanzia e adolescenza. Continuate così!!!
Vi abbraccio tutti, zio Dino.